29 maggio 1453: Costantinopoli, capitale del mil-lenario impero romano d’Oriente, cade sotto l’attac-co dell’esercito ottomano di Maometto II. La porta-ta politica dell’evento è tale da scuotere il mondo.
Incessanti, da quel momento, furono gli appelli ai sovrani d’Europa, in particolare all’imperatore Federico III d’Asburgo e al re d’Aragona, Alfonso il Magnanimo. Neppure i papi restano a guardare: Niccolò V indisse la crociata e Callisto III la con-fermò, rivolgendo un appello ad Alfonso, che il 26 agosto 1455 proclamò la sua intenzione di intra-prendere una spedizione contro i Turchi.
L’annuncio dell’Aragonese non ebbe effettivo seguito, ma – in un quadro di confronti tra civiltà e tradizioni – produsse l’effetto di infiammare gli animi e rinnovare le spinte di rinascita e riafferma-zione della cultura classica greco-latina. Molti uma-nisti si rivolsero a lui, considerato re sapiente e cri-stiano, erede dei valori della civiltà classica e auten-tico successore degli antichi imperatori romani.
Nell’aprile 1456, Enea Silvio Piccolomini (fu-turo papa Pio II) esortò Alfonso a mantenere i suoi impegni, sottolineando l’importanza dell’Oriente per la fede cristiana ed evidenziando il sogno uma-nistico di unire cultura e religione per difendere la civiltà dell’Occidente.
In questa prospettiva, il convegno intende riesa-minare i concetti di Occidente e Oriente, misurati non tanto sulle distanze geografiche o religiose, quanto, piuttosto, culturali. Il conflitto tra civiltà non si consuma solo nello scontro esterno con l’im-pero Ottomano, ma anche all’interno della stessa Europa, sul piano dei valori di riferimento, che l’Ita-lia umanistica e rinascimentale trova nella classicità.
Questo scenario porta alla riaffermazione del-l’area mediterranea, con rotte commerciali e cultu-rali che, passando per Napoli, impongono la diffu-sione di modelli etico-politici, letterari e artistici che riportano il baricentro sul Mediterraneo, in un’età antecedente alla scoperta dei mondi transatlantici.